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L'intervento di rinoplastica è una delle procedure di chirurgia estetica che può subire maggiori cambiamenti nel post operatorio. Per rimanere nel tema della domanda e senza divagare troppo è certamente vero che dopo la rimozione dei cerotti il naso ha una forma "modellata" dalle medicazioni, sebbene ancora gonfio. Una volta rimosse le medicazioni esterne (gesso, cerotti, steri strip, etc..) il naso tende a gonfiarsi perchè non più contenuto e quindi non è raro che il paziente noti un momentaneo peggioramento estetico. Questi processi infiammatori si risolvono sempre da soli anche se possono richiedere fino a sei mesi o più. Trascorso questo tempo la forma del naso sarà uguale o addirittura leggermente meglio di quella notata subito dopo la rimozione delle medicazioni. Raramente alcuni aspetti estetici (es. la gobba) potrebbero invece progressivamente diventare meno belli per la formazione di un piccolo callo osseo in sede di frattura/resezione.
In sintesi, non è possibile trarre alcuna conclusione prima di molti mesi. Nella maggior parte dei casi l'estetica del naso miglira progressivamente fino ad un risultato ottimale e stabilizzato. E' fondamentale comunque sottoporsi a tutti i controlli programmati con il chirurgo che saprà certamente fornire tutte le spiegazioni del caso.
Assolutamente no, in nessun caso un intervento di rinoplastica comporta variazioni nel timbro della voce essendo interessate solo le alte vie respiratorie.
Un gibbo osseo (la classica gobbetta) può essere congenito o svilupparsi in seguito ad un trauma. In questo secondo caso bisogna capire con una visita ed eventualmente una semplice radiografia se la protuberanza è dovuta alla formazione di nuovo osso dopo una micro frattura oppure se dipende esclusivamente da un gonfiore non riassorbito dei tessuti molli (la pelle). Nel caso in cui vi sia effettivamente del nuovo osso formato è probabile che con una semplice fresatura del dorso osseo (una specie di limatura) sia possibile correggere il difetto in modo soddisfacente senza dover fare altro. Negli altri casi (gibbo congenito o dovuto a gonfiore cronico) è possibile che dopo la fresatura per eliminare la gobba si crei un piccolo buco sul dorso del naso (in termini tecnici open roof) che deve essere chiuso attraverso la frattura e l'avvicinamento delle ossa nasali. In sintesi, se il gibbo è piccolo ed è un esito di trauma è probabile che non servano le fratture e basti limarlo. Tutti le altre situazioni vanno valutate caso per caso.
Nell'intervento di rinoplastica semplice o, più spesso, in quello di rinosettoplastica correttiva per esiti di interventi precedenti o traumi, vengono spesso utilizzati dei pezzettini di cartilagine prelevati dal setto nasale, dal padiglione auricolare o dalle coste, da utilizzare poi come innesti (in pratica come "materiale da costruzione") al fine di rimodellare in modo opportuno il naso. Cio avviene anche nel caso in cui sia necessario aumentare l'altezza del dorso nasale o correggere alcune deformità dello stesso. La cartilagine del setto è più facilmente disponibile senza tagli aggiuntivi ed è quindi preferibile. La cartilagine prelevata dal padiglione auricolare è di solito una seconda scelta come nei casi non è possibile fare il prelievo dal setto nasale. E' comunque un innesto assolutamente valido che non ha particolari problemi di utilizzo, richiede esclusivamente un po' di lavoro in più per essere modellato nel modo opportuno.
Gli innesti di cartilagine popria (autoinnesti) prelevata ad esempio dal setto nasale o dal padiglione auricolare sono molto utilizzati nelle rinoplastiche estetiche e rinosettoplastiche morfo-funzionali sia per ottimizzare la forma che per ottenere il miglioramento della respirazione. Questi "inserti" di cartilagine di solito vengono fissati con dei piccoli punti di sutura interni ma non di rado possono anche essere inseriti in tasche di alloggiamento su misura e quindi non vengono fissati. Tuttavia non è tanto il punto a mantenere l'innesto stabile nella sua posizione quanto la cicatrice che si forma nelle prime settimane dopo l'intervento e che, come una sorta di collante, fissa la cartilagine definitvamente. Se l'intervento viene quindi eseguito correttamente, così come la medicazione (cerottazione e gessatura), il rischio di uno spostamento degli innesti è estremamente remoto. Il vantaggio che se ne può ottenere è invece molto elevato!
Il peggioramento estetico che descrive non trova giustificazione alla sua età a meno che effettivamente non abbia subito un trauma. Se nota una sporgenza ingravescente è necessario sottoporsi ad una (o più) visite specialistiche ed esami strumentali (radiografia cranio e/o tac) per escludere che la sporgenza possa essere dovuta ad una neoformazione (osteoma). In questultimo caso la deformità estetica può essere corretta insieme al problema funzionale senza pagare nulla. In tutti gli altri casi la parte estetica non può essere eseguita con la mutua ma può eventualmente essere aggiunta allintervento funzionale pagando la differenza. In questo caso si parla di intervento estetico/curativo. Si deve rivolgere ad un chirurgo plastico ospedaliero esperto in chirurgia nasale morfo-funzionale.
Se la deformità comparsa è esclusivamente ossea può essere migliorata rifratturando il naso e allineando nuovamente le ossa con un gessetto (splint). L'intervento viene usualmente eseguito in sedazione profonda o in anestesia generale, non richiede incisioni e dura circa 30 minuti.
RINOPLASTICA SECONDARIA
La rinoplastica secondaria è un intervento di revisione chirurgica di un naso precedentemente operato o traumatizzato (ad esempio per un incidente stradale). Lo scopo dell’intervento è quello di ripristinare una forma gradevole del naso e migliorare la respirazione. La rinoplastica secondaria può richiedere molte diverse correzioni per raggiungere il risultato voluto ed è comunque un intervento più complesso della rinoplastica standard. L’accesso chirurgico utilizzato e quello “open” con un piccolo taglietto alla base del naso che consente una completa esposizione delle strutture ossee e cartilaginee e da quindi le migliori opportunità di correzione.