La patologia non traumatica della mano è data nella maggior parte dei casi da un gruppo abbastanza ristretto di affezioni. Per una precisa diagnosi che consenta di trattare il disturbo nel modo appropriato è indispensabile un esame clinico approfondito e spesso il ricorso ad uno o più accertamenti strumentali quali una radiografia, l’elettromiografia, l’ecografia o la risonanza magnetica. Il trattamento può essere conservativo con l’utilizzo di appositi tutori o con infiltrazioni di farmaci antinfiammatori in aree specifiche. In altri casi è necessario un intervento chirurgico mirato di solito di breve durata ed eseguito in regime ambulatoriale. Solitamente è necessario un periodo di riposo successivo e un piccolo periodo di riabilitazione.
Non è sempre necessario operarsi se si è affetti da rizoartrosi. Nelle prime fasi si può optare per un trattamento conservativo con riposo e indossando degli appositi tutori in scarico. Se ha una artrosi diffusa si possono anche considerare alcuni cicli di terapia farmacologica con antinfiammatori di nuova generazione (arcoxia o simili). Solo nelle fasi radiologicamente più avanzate o, comunque, qualora il dolore diventasse insopportabile ed invalidante si preferisce optare per l'intervento chirurgico.
Nella malattia di De Quervain le infiltrazioni di cortisone hanno efficacia limitata e sono da utilizzare solo in casi estremi dove non sia possibile fare l'intervento e comunque per un numero molto limitato si trattamenti. La mesoterapia di qualsiasi tipo non da risultati soddisfacenti. È assolutamente consigliabile che si sottoponga all'intervento chirurgico che é risolutivo nella maggior parte dei casi.
Sarebbe utile fare una elettromiografia per studiare il livello di compressione delle fibre nervose del nervo ulnare al gomito è capire l'effettiva necessità dell'intervento. In ogni caso per i sintomi che mi descrive è molto probabile che presto o tardi lintervento lo dovrà considerare.
Da quello che dice il suo Dupuytren è un grado 0-1 di Toubiana, situazione che non richiede intervento chirurgico se la mano si estende senza difficoltà a meno che lispessimento non le dia fastidio. Sforzi fisici usuranti e ripetitivi potrebbero aggravare lo stato della malattia che è cronica degenerativa ovvero non guarisce spontaneamente e peggiora lentamente anche se è molto difficile prevedere con quali tempi. Di solito nel suo caso non ci si preoccupa tanto dellevoluzione e si vive normalmente ma conviene fare dei controlli annuali con uno specialista per seguire la situazione.
Se la cisti è effettivamente tendinea consiste in una raccolta di liquido sinoviale collocata in una saccatura della guaina che avvolge il tendine. Per questo motivo lasportazione completa è di norma possibile senza difficoltà e non lascia alcun esito sul tendine.
Lonicectomia totale, ovvero lasportazione completa dellunghia, consente di ottenere una rapida risoluzione delle infezioni peri ungueali e delle ferite ma spesso il disturbo recidiva non appena lunghia ricresce e si riappropria del proprio letto. Esiste in teoria una tecnica per guidare la ricrescita dellunghia in modo che soverchi i bordi del letto ungueale senza conficcarvisi dentro ma è abbastanza difficile da eseguire e richiede molta collaborazione da parte del paziente. Lunica tecnica definitavamente risolutiva e lonicectomia parziale selettiva con riduzione della matrice ungueale in modo da far ricrescere ununghia più stretta contenuta entro il letto ungueale. Dopo lintervento è necessario sospendere lattività sportiva per 15-20 giorni.
Le cisti tendinee del piede sono abbastanza facili da togliere avendo un minimo di esperienza. Un buon reparto di chirurgia plastica o di ortopedia è perfettamente in grado di gestire il suo problema. Non conosco precisamente la situazione sanitaria della sua regione ma stando a quanto indicato dalla SICM (società italiana di chirurgia della mano) potrebbe rivolgersi all'U.O. di Chirurgia Plastica di Bari. Ecco il link:
https://www.sicm.it/centri_new2.htmlLa rizoartrosi è una malattia degenerativa dellarticolazione trapezio-metacarpale ossia dellarticolazione alla base del pollice. Lerosione cronica delle superfici articolari aumenta lattrito durante i movimenti del pollice e provoca intenso dolore. I movimenti della mano più fastidiosi sono quelli di presa intensa, i fini movimenti di opposizione del pollice con le altre dita e la rotazione del pollice stesso. Il trattamento della rizoartrosi è inizialmente medico e funzionale con terapie farmacologiche appropriate e con lutilizzo di tutori per il polso. Nei casi più gravi è necessario ricorrere allintervento chirurgico che, a seconda dei casi, potrà consistere nella stabilizzazione dellarticolazione trapezio-metacarpale con la fusione ossea (artrodesi) oppure nella rimozione del trapezio (trapeziectomia) seguita o meno dallimpianto di una protesi articolare e/o dalla stabilizzazione tendinea (sospensione). Lintervento chirurgico è seguito da un periodo di immobilizzazione e poi dalla fisioterapia riabilitativa.
La sindrome del canale di Guyon è una rara neuropatia stenosante a carico del nervo ulnare che viene compresso dalle strutture osteoarticolari o da una neoformazione (cisti) a livello del polso. I disturbi che ne derivano sono soprattutto dolore e formicolio a carico delle ultime due dita. Anche in questo caso, se il trattamento conservativo non ha successo, è necessario ricorrere ad un piccolo intervento di decompressione chirurgica.
La sindrome del tunnel cubitale è una neuropatia stenosante a carico del nervo ulnare nel suo passaggio allinterno del canale cubitale a livello del gomito. La sofferenza nervosa che si genera porta disturbi sensitivi (formicolio) a carico dellanulare e del mignolo della mano e un dolore sordo al gomito. Il trattamento può essere inizialmente medico (conservativo) con lutilizzo di tutori specifici. Nei casi più gravi è necessario ricorrere ad un piccolo intervento chirurgico di decompressione del nervo ulnare al gomito.
Un dolore al polso può essere in realtà dovuto a molte patologie. In considerazione della giovane età e per una questione di mera incidenza statistica, eslcusa la sindrome del tunnel carpale, potrebbe trattarsi di una tenosinovite dei tendini estensori detta malattia di De Quervain. Si tratterebbe in questo caso di una tenosinovite stenosante del primo canale dorsale del carpo con interessamento del tendine estensore breve del pollice e abduttore lungo. In parole semplici è un problema infiammatorio dovuto ad un anomalo attrito di un tendine del polso nel suo scorrimento. L'infiammazione estendendosi finisce per interessare alcuni nervi sensitivi. La sintomatologia è data da dolore a livello del polso che insorge durante alcuni movimenti di flessione. Lintervento chirurgico di apertura del 1° del canale degli estensori consente di risolvere il quadro patologico. E' comunque consigliabile eseguire una visita medica con uno specialista per accertarsi che l'ipotesi fatta corrisponda alla realtà del suo caso.
Le cisti sinoviali della mano sono in genere problemi di facile risoluzione con semplici interventi in anestesia locale. Le recidive sono rare e comunque risolvibili. Le consiglio di rivolgersi direttamente a uno specialista in chirurgia della mano (chirurgo plastico o ortopedico).
In persone giovani la scelta terapeutica migliore per il dito a scatto è senz'altro l'intervento chirurgico, indipendentemente dal fatto che la stessa mano sia stata già operata per sindrome del tunnel carpale. Del resto è un intervento di pochissimi minuti in anestesia locale con recupero pieno della funzionalità della mano in circa dieci giorni. Solo in alcuni casi selezionati è indicata la terapia conservativa con infiltrazioni di cortisone ma quasi sempre i disturbi si ripresentano a distanza di qualche mese.
L'indicazione ad asportare una cisti al piede può essere di ordine funzionale (se da fastidio) o estetica. Negli altri casi non è assolutamente necessario toglierla. Sulle modalità di asportazione, nella quasi totalità dei casi è sufficiente una anestesia locale. L'intervento è ambulatoriale e di breve durata (20 circa).
No. Per fare diagnosi di sindrome del tunnel carpale non è indispensabile eseguire unelettromiografia ma è sufficiente un esame obbiettivo accurato della mano e un semplice colloquio col paziente. Tuttavia in alcuni casi con sintomatologia sfumata o in presenza di altre patologie (malattia di De Quervain, rizoartosi) può essere difficile riconoscere e/o quantificare la gravità della sindrome del tunnel carpale. In questi casi lelettromiografia, un semplice eseme elettrofisiologico eseguibile ormai pressoché ovunque, consente di fare diagnosi e di quantificare bene la gravità della sindrome e quindi di stabilire il momento opportuno per intervenire. E molto importante eseguire in ogni caso lesame ad entrambe le mani poiché spesso il disturbo è bilaterale, anche se magari inizialmente asintomatico.
Le possiblità sono due. La prima è che lintervento di apertura del canale carpale e di pulizia del nervo mediano dalle sue aderenze (in termini tecnici sindesmotomia e neurolisi) non sia stata eseguita correttamente. La seconda possibilità è che la compressione del nervo mediano e quindi la sofferenza ischemica dello stesso sia di vecchia data. In questi casi il nervo va incontro a processi degenerativi per cui non è più in grado di recuperare unadeguata capacità di conduzione dellimpulso nervoso. Questa seconda eventualità ha unincidenza dell 2-8% dei casi. Molto raramente lintervento può essere addirittura peggiorativo nel caso in cui il nervo abbia accumulato danni tali per cui un recupero sia impossibile ma, anzi, si instaura un gonfiore post operatorio che aggrava ulteriormente i sintomi. Fortunatamente questa sfortunata eventualità ha unincidenza inferiore all1%.
Le cisti sinoviali sono delle sacche di accumulo di liquido sinoviale che è normalmente presente allinterno delle articolazioni o nelle guaine che avvolgono i tendini. Per questo motivo le cisti sinoviali possono essere articolari o tendinee. Per distinguere le due forme è sufficiente eseguire un esame esterno della mano. Lasportazione chirurgica è la migliore possibilità di trattamento ma ha margini di successo diversi a seconda della natura della ciste. Lasportazione delle cisti tendinee, se eseguita con cura e senza provocare lacerazioni della capsula, ha un margine di successo prossimo al 100%. Lasportazione delle cisti articolari invece ha un tasso di recidiva del 15-20% poiché è tecnicamente impossibile rimuovere completamente la guaina sinoviale che origina da una articolazione sottostante. Lasportazione delle forme articolari è quindi sempre necessariamente parziale e pertanto a rischio di recidive.
Il morbo di Dupuytren ha un decorso variabile ossia laggravarsi dei segni (cordoni rigidi sul palmo della mano) e dei sintomi (progressiva flessione delle dita interessate) procede con velocità diversa da paziente a paziente e spesso da mano a mano nello stesso paziente. In ogni caso landamento della malattia è cronico ossia si aggrava inesorabilmente e progressivamente. Non esistono al momento trattamenti conservativi medici veramente efficaci è lunica possibilità di correzione è quella chirurgica. Per capire se è il momento o meno di intervenire è necessario stadiare la malattia il chè vuol dire assegnare a ogni singolo caso una sorta di punteggio di gravità. Per fare ciò è sufficiente fare un esame clinico accurato della mano malata. La stadiazione di Tubiana-Michon per il Morbo di Dupuytren va dal grado 0 al grado 4 in funzione della gravità della flessione delle dita. Una corretta indicazione di operabilità va dal grado 3 in poi. Per i casi più lievi, in linea di massima, è consigliabile aspettare.
Un dito a scatto trascurato determina spesso dolori che si propagano anche oltre larea di attrito e quindi fino al polso, allavambraccio o anche più in alto. E necessario comunque escludere che ci sia unatra patologia tendinea o nervosa associata. Con una certa frequenza infatti ad un dito a scatto può essere associata una sindrome del tunnel carpale ossia una compressione del nervo mediano al polso che si manifesta con disturbi sensitivi e dolore alla mano che si irradiano verso lalto. Per escludere una patologia concomitante al dito a scatto è necessario eseguire un esame obbiettivo accurato della mano e/o unelettromiografia.